intervista “Dinastia Giulio Claudia” – Cold Wave Pop che trasmette sensazioni ben precise del mondo in cui viviamo in modo personale e originale.

– Ciao Claudia e Giulio ho ascoltato il vostro nuovo progetto musicale “Dinastia Giulio Claudia”, una delle cose più fresche e interessanti ascoltate ultimamente. Cold Wave Pop che trasmette sensazioni ben precise del mondo in cui viviamo, credo ovviamente la vostra ambientazione sonora e visione. Presentatevi e parlatene a ruota libera. Chi siete? Cosa fate? Com’è nato il progetto?

G: Ciao Luca, siamo felici di essere ospiti tuoi e dei tuoi lettori qui. Rispondiamo a quattro mani a questo bell’input che ci hai dato, dalla stanzetta che ci ascolta suonare e ci osserva. Siamo Giulio Penna e Claudia Toto, un duo nato da poco, prevalentemente voce, sintetizzatori e drum machine. A parte qualche campione inserito qua e là, il nostro è un approccio minimalista perché lo troviamo primitivo, schietto ma anche alieno, volatile. Il progetto è nato giocando nella cucina di casa a suonare Chanson egocentrique di Franco. E niente… 

C: Ho proposto, tempo dopo, dei testi a Giulio sui quali ha creato delle basi in estemporanea, mentre le provavamo per la prima volta. Nasce così, poco a poco, Jeunesse che prende il nome dalla prima traccia dell’EP. 

– Apprezzo molto questo contrasto tra l’oscurità dei suoni che genera Giulio e la voce eterea di Claudia che comunque non trasmette affatto tranquillità anzi. Anche i testi sono molto interessanti e vanno verso un indirizzo poetico invece che verso le solite cose che si fanno l’italietta. Molto interessante anche l’uso misto di francese e italiano. Parlatemi un po’ della fase creativa dei pezzi, come nascono e come si sviluppano.

C: I testi nascono anzitutto senza previsioni di melodia o sostegni sonori. Nondimeno sono pensati per la lettura. Da un punto di vista musicale, quindi, nascono per la curiosità di vederli appoggiarsi agli strumenti e di sentire come la voce si modella su questi. Ne derivano testi che non sono né musicali, né letterari, ma imperfetti. Più decisa è l’intenzione dei temi raccolti: giovinezza digitalizzata, “pixxellata” per restare nelle corde della prima traccia; tentativo di costruzione di uno sguardo femminile e non femminista; temi relazionali e abitudini, vizi del nulla. L’uso misto delle tre lingue è forse l’unica vera pensata aspirazione di volubilità sonora ed è quasi un gioco bipolare, una nevrosi e sicuramente un divertimento estetico. 

G: L’immediatezza della musica, data dal suo carattere estemporaneo per composizione e da un uso che più che minimale forse sarebbe meglio definirlo “minimo”, intende sposare una certa estetica punk, se quest’ultima potesse essere definita come ascesi mistica in cui ogni urgenza comunicativa si esprime per forme che sono segnali e non contenuti.

– Dopo l’EP avete intenzione anche di fare dei concerti? – Farete anche una versione fisica dell’EP o c’è già? Indirizzi e link per l’ascolto.

Sì, abbiamo in programma di suonare a Catania e presto anche altrove. La versione fisica dell’EP non esiste ma uscirà fine anno, assieme a questa anche una raccolta di fotografie per collezionisti dall’umore cangiante, come quello della giovinezza.

– Progetti per il futuro

Nel calderone musicale, si scaldano anche progetti visivi legati alla cura, già in atto, dell’aspetto visivo, vale a dire fotografie e video (un video è già in rete, sul canale di Claudia) non tanto per contribuire a creare un’immagine della dinastia, ma per creare immagini, affianco, dentro o grazie alla musica.

– Chiusura come sempre marzulliana… fatevi una domanda e rispondetevi

Claudia chiede a Giulio: la dinastia prevede sempre degli eredi?

Giulio a Claudia: i figli del futuro senza passato prossimo.

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