Intervista a Mario di Viande Records – “Una comunità che definisce i suoi confini è una comunità morta, la rete dà la sensazione di un mezzo caldo ma è tutta una bolla illusoria con effetti devastanti su psiche e comportamenti umani soprattutto dei più fragili. Tutto si discute sui social, rendendo gli effetti di ciò che si discute poco incisivi, di apertura solo a istanze liberal, una comunicazione di una violenza spaventosa, anche da chi non te l’aspetti come operatori culturali, giornali,  musicisti etc. Viande crede a una musicalità che non sia ispirata solo dalla musica stessa, siamo consapevoli del fatto che partendo da una musicalità diversa si può cmq giungere a ogni musica.”

Ciao noi ci conosciamo ma chi legge no. Chi sei ? Cosa fai? – Raccontami un po’…. a ruota libera tutto.

Caro Luca, grazie di avermi invitato su Acqua Non Potabile, è un grande onore per me, non me lo aspettavo!!! Certo che con delle domande così generiche uno può prendere la tangente facile…  allora mi chiamo Mario sono nato in provincia di Salerno e vivo tra Napoli e Benevento, sono stato fortunato ho imparato a suonare il sax nella banda del mio paese, sicuramente mi ha formato, ma mi sono subito allontanato da quei contesti, come è giusto che sia quando una persona ha curiosità di vedere che succede fuori dalla propria confort zone, che poi tanto confort non era; Mi prendo cura di una piccolissima label chiamata Viande Records, nata nel 2008 come pretesto per stampare musica della band di cui faccio parte dal 2003, gli A Spirale insieme a M.Argenziano e M.Spezzaferro, e poi diventato logo per altre uscite di cose diverse, spesso si tratta di piccole produzioni di poche copie(al max 300) molto spesso in coproduzione con altre piccole etichette, niente di molto professionale, ma cmq utile se si va in giro a suonare. Il nome all’epoca fu una scelta pretenziosa che adesso non vi racconto, rimane sicuramente la sua traduzione più semplice che mi sembra bastare, ”Carne Macellata”.

E’ molto difficile inquadrare quello che abbiamo fatto uscire, nessun filone, abbiamo prodotto dischi molto diversi tra loro, maggiormente roba improvvisata, quasi mai con influenza jazzistica, spesso questa pratica si coagula intorno a dei generi ma ci sono anche cose completamente astratte dove la struttura cede completamente rispetto alla forma. Vi invito all’ ascolto di “Skifo” di Makumbo&Burla uscito insieme alla Light Item di Rico dei Uochi Toki, oppure i Genital Warts con dj Eks o gli Infected Burst col grande Tom DeTesta di Radio Blackout, il bit hiphop è un pretesto, poi dentro c’è di tutto, synth modulari, no-input mixer, elettroniche autocostruite super cheap, sampling digitale, nastri; precisamente dall’album No-Hop(e) dei Genital Warts si sono avvicendate collaborazioni con Dj-DieSoon, con C_C, Walter Gross(KilowattzCrew,Youth:Kill), Abstral Compost(LabRats, MC Makedonsky), dj 2phast(13Bastardi), Audiovirus, Napo(UochiToki), Radon Squad. Con gli A Spirale abbiamo all’inizio stampato i nostri primi dischi più vicini al post punk più sgangherato con influenze free-jazz, e poi alcune collaborazioni, insieme a Chris Cogburn manipolatore dei siti di risonanza delle pelli del rullante amplificato, o con la batterista Olga Nosova e Alexei Borisov figura storica del post-punk russo che si è poi dedicato alla musica creativa e all’improvvisazione. Ci sono cose che tendono anche al grind e al metal come i Cadaver Eyes, i Lu Quinse e One day in Fukushima, o con il batterista turco Utku Tavil, ma anche il digital noise di Venta Protesix. Poi gli Aspec(t) duo con il maestoso SEC_ al revox, in collaborazione con Andy Bolus aka Evil Moisture dedito al “meat cutting sonoro” e dell’autocostruzione di circuiti elettronici “mostruosi”. Alcune release di Oliver Di Placido alla chitarra preparata/sventrata con Francesco Gregoretti il batterista della band slow-core One Starving Day.

Durante la pandemia è uscita una doppia compilation “Unmeet into meat Vol. 1-2” che raccoglie spezzoni di trasmissioni radio e tracce di amici che a causa della pandemia non abbiamo potuto incontrare. A metà pandemia si sono formati i the Turcos Meet the Little Devils, un sestetto con Stefano Costanzo, Umberto Lepore, Davide Russo, musicisti di area improvvisativa contemporanea e il duo di musica folk tradizionale Giovanna Turco e Giovanni De Luca,  che rileggono la canzone del sud italia innestando rock storto, rap, improvvisazione radicale, noise dub. Altre cose che tendono di più alla scultura sonora o alla musica contemporanea con Makoto Oshiro, Takahiro Kawagutchi, Agostino Di Scipio, i  Sonic Alliances con Maurizio Chaintone e Peppe Vietri una delle prime cose del “cinema suonato” di Andrea Saggiomo aka 70fps. Si tratta di un marasma di suoni e musiche con provenienze e background più disparati; è difficile parlare di musica in questo periodo, sembra che tutto sia ridotto ad un discorso estetico, tecnico/strumentale, performativo concettuale e manageriale/gestionale, non interessa più la trasversalità della musica, tutto è appartenenza, inutilmente identitario, una comunità che definisce i suoi confini è una comunità morta, la rete dà la sensazione di un mezzo caldo ma è tutta una bolla illusoria con effetti devastanti su psiche e comportamenti umani soprattutto dei più fragili; tutto si discute sui social, rendendo gli effetti di ciò che si discute poco incisivi, di apertura solo a istanze liberal, una comunicazione di una violenza spaventosa, anche da chi non te l’aspetti come operatori culturali, giornali,  musicisti etc Viande crede a una musicalità che non sia ispirata solo dalla musica stessa, siamo consapevoli del fatto che partendo da una musicalità diversa si può cmq giungere a ogni musica, amiamo anche ballare, nelle nostre release c’è cmq sempre una pulsazione o un ritmo con inciampo, crediamo nell’approccio libero e creativo al suono e alla musica, come processo di ripetizione, di assimilazione di tecnica, come apprendimento e uso/autocostruzione di strumenti/processi e come abbattimento di gerarchie di linguaggi; la base è che la musica non può essere solo ad appannaggio di chi la studia e di chi la pratica, ovviamente senza creare fenomeni da baraccone, questo è quello che dovrebbe caratterizzare una pratica alternativa ai talent show e al music business, ma invece mi sembra che la corsa sia sempre a chi è più preparato, il più bravo e il più intelligente, nonostante tra gli operatori culturali tutto si muova in un contesto di finto rispetto delle differenze, e stranamente è totalmente scomparso il discorso postcoloniale (pur essendo un convinto internazionalista credo che questo sia adesso un punto fondamentale ma non penso di essere la persona adatta per discuterne).

La città che mi ha cambiato e a cui sono legato è sicuramente Napoli, una città che culturalmente ribolle in continuazione e che spesso si nega alla spettacolarizzazione più egoica, gli stereotipi pizza, mandolino etc sono solo una copertura, credo che mi abbia insegnato una specie di metodo variabile di approccio alle cose, ma come ogni grande città è stato molto difficile trovare gli spazi dove fare concerti soprattutto quando si inizia, non a caso una delle prime rassegne ALTERA!  dal 2008, era completamente itinerante prima ad Avellino a Roma con il collettivo Tempia e poi a Napoli e Caserta. Oltre alla musica lavoro come allestitore e come tecnico del suono, dal 2018 fornisco assistenza tecnica e musiche per un piccolo teatro di Zurigo lo Stok(fondato nel 1970 da Zbignev Stok prima un teatro super underground adesso con funzione più sociale) con direzione e regia di Miriam Lustig. Ho cominciato ad andare in svizzera dal 2010, è un posto con eterne contraddizioni, lì ho conosciuto musicisti fantastici, a cui sono molto legato come Dave Phillips, Andy Ghul dei VoiceCrack, Abstral Compost con gli ultimi due, Tom e Stefano abbiamo improvvisato ultimamente  dal vivo, era la prima volta tutti insieme, è stato devastante(https://www.youtube.com/watch?v=rm1yr6CZ3pI).

Dopo il covid molti nella discussione generale sul proprio ruolo nella produzione musicale la stanno risolvendo con la retorica del lavoro,  questione importante ma con un sacco di contraddizioni, e anche un po’ una trappola, se da un lato c’è il problema del non far diventare la musica l’hobby di un elite resta cmq il problema del dipendere dalle lobby culturali/finanziamenti pubblici per poter sbarcare il lunario. Pensare che questo possa aiutare alla rivendicazione di più diritti di chi suona non risolve il problema, c’è una zona che bisogna preservare che è quella dell’improduttivo, del produttivo senza ritorno, che nessuna scuola/didattica risolve, anzi, dal momento che questa cosa viene a mancare comincia l’esclusivo, come e dove si produce la vita e i suoi  linguaggi non ha più importanza, solo morte/stasi e un bel pacchetto da vendere al maggior offerente. Bisogna che la gente che fa musica si coalizzi nel pratico non per forza solo con chi fa musica, il collettivo Sonic Alliances (tra S.Agata de Goti e Avellino) ma anche le collaborazioni con A.T.R.I.(Radster, Bam!Box, Famale Trouble etc) ne sono un esempio pratico, a volte abbiamo il problema della troppa affluenza nonostante non usiamo sempre i social, con loro cerchiamo di fare essere la musica il più presente possibile nelle nostre vite soprattutto come momento di condivisione, non sempre è così, io personalmente cerco di vedere più concerti possibile, per me è proprio un momento di festa. Mi piace mettere energie/tempo perché i momenti di festa siano più frequenti, a me fa bene al fisico, penso sia veramente necessario, è molto pericoloso quando singoli o comunità, per qualsiasi ragione, perdono di vista questa cosa. Penso che una comunità sia inclusiva solo nell’indifferenziato della festa, questa parola ha per me un significato molto ampio, da quella più tradizionale come la nostra tammurriata ai free party. Spero di non avervi annoiato e riempito troppo di nomi e chiacchiere, saluto tutti gli amici senza cui non avrei mai potuto fare questo tipo di esperienze e in particolare un saluto ad Adriano, sarai sempre nei nostri cuori!!!!!!

ascolta e supporta qui:

https://vianderecords.bandcamp.com/

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...