Gia recensito e intervistato anche lui, appena uscito questo nuovo ep di 4 pezzi che sicuramente sarà presente fisso nei miei ascolti estivi. YOG’TZE è del sudde anche se vive a Bologna da anni. Forse anche il titolo del disco è un riferimento alle sue origini? Io penso proprio di si! I 4 pezzi sono molto vari e spaziano in lungo e in largo come riferimenti tra i migliori gruppi degli anni 2000, un nome che mi viene in mente su tutti sono gli Oneida appunto dei metà 2000, uno di quei pochi gruppi moderni che è riuscito in modo originale a mischiare il r’n’r col kraut, la psichedelia e l’elettronica…ecco YOG’TZE ci riesce anche lui.

Il progetto è di livello internazionale e se caso mai qualche etichetta americana-ok se n’accorgesse gli pagherebbe l’esibizione al Primavera Sound e il suo prossimo disco. Ma si sa festival di quel tipo e la maggior parte dei dischi indie che escono sono frutto di logiche ben precise di mercato oramai sempre più vicine a quelle delle grandi major… ma in fin dei conti è sempre stato così non stupiamoci adesso che sono visibili in tempo reale grazie ai social-media. La finta storia della musica contemporanea la scrivono gli uffiici stampa le etichette che intrallazzano al meglio coi giornalisti che scrivono a comando liberamente. Ad acquanonpotabile stè cosucce non interessano, continuiamo e continueremo a proporvi le voci fuori dal coro che valgono molto di più di quelle che vengono spinte dai meccanismi di cui sopra. Buon estate e viaggio con YOG’TZE.. ascoltate, comprate il disco su bandcamp chiedete a lui.