EuroNoize è un evento di musica dal vivo progettato sul modello contest di Eurovision, ma con un cast di band sotterranee, DIY provenienti da tutta Europa.
Andiamo a scoprire di cosa si tratta con gli ideatori Pil e Galia Kollectiv.
Ciao Pil e Galia Kollectiv chi siete e cosa fate?
Siamo artisti che lavorano insieme da quando ci siamo conosciuti al liceo a Gerusalemme. Abbiamo iniziato come giornalisti musicali negli anni ’90 poi ci siamo trasferiti a Londra nel 2000 per studiare Arte presso la Goldsmiths. Da quando siamo a Londra lavoriamo principalmente con film e performance, spesso collaborando con musicisti. Nel nostro lavoro cerchiamo di esplorare temi politici come ideologia, immigrazione e burocrazia. Organizziamo anche spettacoli e gestiamo una piccola galleria Xero, Kline & Coma.
EuroNoize di cosa si tratta e il motivo perché lo state organizzando?
EuroNoize è un concorso alternativo di canzoni ideato sul modello di Eurovision. Presenta una selezione di band dal continente europeo a cui è stato chiesto di esibirsi con una canzone originale in diretta web-broadcasting di fronte a un pubblico che voterà e decreterà il vincitore. Siamo totalmente contrari al concetto di “nazione” e pensiamo che sia un tema sul quale riflettere soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove un’ondata crescente di nazionalismo si sta riproponendo in modo molto pericoloso. Abbiamo pensato che organizzare un evento del genere potesse essere un modo per creare una discussione intorno a questo problema così attuale e urgente. Siamo interessati alla messa in scena di questo spettacolo che ha lo scopo di far riflettere sull’idea di stato-nazione: c’è un significato preciso dietro la musica “nazionale”? Ad esempio, le canzoni russe e ucraine riflettono davvero le diverse strutture musicali perché queste nazioni sono in uno stato di guerra?
Come vi è venuta l’idea?
L’idea di EuroNoize è nata in un contesto abbastanza grottesco. Crescere in Israele, guardando l’Eurovision Song Contest è stato divertente. In famiglia era un evento da non perdere, per una notte eravamo in Europa e assistevamo alla sfilata di bizzarre esibizioni in lingue straniere, tutti i salotti delle famiglie erano sintonizzati. La musica è sempre stata per lo più terrificante, ma a volte ci sono state delle eccezioni tipo una band metal finlandese, un armeno che cantava un gigante seme di albicocca o un gruppo di artisti israeliani storditi che agitavano una bandiera siriana. La cosa che ci sembrava più strana erano le dinamiche che dovevano rappresentare l’idea sempre più priva di significato di identità nazionale perché in realtà gli artisti che partecipavano proponevano una sorta di musica popolare riconoscibilmente anglo-americana. C’era anche qualcosa di assolutamente affascinante nello spettacolo della burocrazia europea che occupava quasi la metà della notte: le linee telefoniche, i comitati delle autorità di radiodiffusione ecc ecc. Per noi, che vivevamo la violenza e il caos della nostra città natale Gerusalemme, era qualcosa di estremamente esotico come le canzoni dell’evento e gli abiti di paillettes indossati. Guardare Eurovision da ragazzi ha contribuito non poco a farci appassionare alla musica come spettacolo visivo, ad immaginare e pensare una band in senso artistico, non solo musicale. Venendo da un background di giornalismo musicale, abbiamo sempre lavorato con musicisti, nel 2010 il nostro lavoro, i nostri interessi e le nostre idee hanno iniziato a fondersi in un una band che abbiamo formato di nome WE. La band era composta da quattro musicisti mascherati che stravolgevano canzoni famose mantenendo intatti solo i testi. Facendo man mano concerti e performance con gli WE è nata l’idea di fare un evento come EuroNoize. Siamo fan dell’underground da sempre, abbiamo iniziato a scavare e cercare gruppi europei che cantassero nella propria lingua per rappresentare il proprio paese. Quale Eurovision poteva ospitare il tipo di musica strana che stavamo ascoltando e producendo? Cosa poteva significare chiedere a gruppi
underground di rappresentare il proprio paese d’origine?
In Europa, in tutto il mondo esiste una rete di individui che fa musica in modo non convenzionale, influenzata principalmente dalla musica anglo-americana ma radicata nel proprio contesto nazionale locale, i vari contesti sono collegati, si aiutano e condividono le proprie esperienze fuori dai parametri dell’industria musicale. Questo è sopratutto l’aspetto che volevamo cercare di indagare. Quando si è presentata l’opportunità di richiedere finanziamenti UE per il progetto, il referendum sulla Brexit doveva ancora aver luogo, abbiamo vinto il bando, ci sarà un libro, un disco vinile compilation con le band, una mostra, una conferenza e ovviamente la notte dei concerti dal vivo di EuroNoize.
Come avete scovato le bands, i filmaker e gli artisti coinvolti?
Lavorando in collaborazione con l’Università di Reading, Kunsthall di Oslo e ARE di Prague, per noi è stato più facile trovare i gruppi. Conoscevamo già alcune band grazie alla nostra passione per la musica oscura, non inglese, ne abbiamo scoperte altre attraverso i nostri partner e altre nostre ricerche. La lineup del festival è un tentativo di presentare uno spettro europeo ampio, sebbene non affatto completo, che rappresenti l’est, l’ovest, il nord e il sud del continente. Una delle prime band che abbiamo contattato sono stati gli estoni Winny Puh, gruppo di culto che nel 2013 è diventato famoso sul web per l’esibizione al concorso televisivo estone pre-Eurovision. Suonano uno strano punk indossando tute da wrestling e maschere Chewbacca, cantando in falsetto, suonando banjo elettrificati con due batteristi sospesi dal soffitto a
testa in giù. Poiché Winny Puh non è mai arrivato in finale di Eurovision, abbiamo ritenuto necessario correggere l’errore storico includendoli dentro EuroNoize. Ci sarà il trio russo sperimentale Asian Women on the Telephone, che veste costumi Dada e canta riflessioni filosofiche su ritmi e musiche fortemente
distorte. I rappresentanti del blocco Europa orientale saranno i serbi E.P.P.!, le cui canzoni si basano su brevi jingles pubblicitari inventati. Per la Germania ci sarà Felix Kubin che ha registrato il suo primo capolavoro all’età di 12 anni, continuando fino ad oggi a mettere in pratica un’estetica DiY senza compromessi e producendo per quasi quarant’anni il suo hardcore
concettuale digitale. Per la Norvegia ci sono i metal-doom-noisers Golden Core, band formatasi solo nel 2014, all’epoca i due membri avevano rispettivamente 9 e 11 anni. La Francia sarà rappresentata da Hassan K, progetto che mescola musica persiana e chitarra surf. Per l’ Italia ci sarà Tab_Ularasa illustre garage-punk act che probabilmente ha più alias e band di tutte quelle partecipanti a
EuroNoize messe insieme. Dalla Svizzera francese, il post-punk di Mauraudeur è l’antitesi del suono attuale dell’Eurovision, con la sua voce fredda distaccata e le chitarre taglienti. Gli irlandesi Sissy sono forse i più melodici, ma la feroce politica femminista delle canzoni smentisce al volo l’appeal melodico del loro power-pop lo-fi. Infine, completando il cartellone, i fratelli greci Lakis e Aris Ionas con il progetto art-rocker The Callas, che spesso vede come collaboratore Lee Ranaldo.
Ci saranno dei filmakers che si occuperanno delle proiezioni durante la serata dei concerti, anch’essi selezionati per rappresentare i propri paesi. Anche in questo caso abbiamo seguito i suggerimenti dei nostri partner, di altri curatori internazionali oltre a fare la nostra solita ricerca online. Alcuni degli artisti, come Sam Keogh e Martin Kohout, conoscevano le band con cui sarebbero stati accoppiati, altri, come Albert Soldatov e Evi Pärn, sono stati invitati senza alcun collegamento diretto con i gruppi. Tutti gli artisti visivi hanno approcci davvero diversi e un visione originale sulla rappresentazione del proprio paese. Si va dall’approccio più documentaristico di Chooc Ly Tan con un pensiero concettuale sull’identità francese, alla visione sarcastica di FYTA sulla Grecia, fino ad arrivare alla ricerca più astratta e sottile di Chris Dreier sulla cultura tedesca.
EuroNoize sarà presentato da Ruby Waters, con l’alter-ego di Andrew Milk dalle band Shopping and Current Affairs e Kay Isgay della band Homosexual Death Drive. Abbiamo pensato a due presentatori uno “maschile” e l’altro “femminile”, sia per seguire il classico formato Eurovision, sia anche per sovvertirlo con costumi realizzati appositamente dall’artista e musicista Rosie Ridgway che ha ideato dei costumi ispirandosi a quelli delle guardie di frontiera.
Quanto è stato difficile organizzare il festival?
È stato incredibilmente difficile organizzare EuroNoize, è il progetto più grosso al quale abbiamo mai lavorato. I finanziamenti UE non erano abbastanza, quindi ne abbiamo dovuti trovare altri, coinvolgere molte più persone nella gestione della produzione, dell’amministrazione e del supporto tecnico dell’evento. Ovviamente contemporaneamente abbiamo svolto i nostri impegni lavorativi come docenti d’arte a tempo pieno, e come artisti, stiamo preparando per luglio un grosso spettacolo in Giappone. Quindi è stato un periodo molto- molto impegnativo, tuttavia, siamo entusiasti e non vediamo l’ora che arrivino i giorni del festival. Siamo felici di far suonare gruppi che difficilmente avremo mai visto qui soprattutto adesso che diventerà sempre più difficile ottenere i visti per suonare nel Regno Unito.
Quando e dove accadrà?
EuroNoize si terrà alla Scala di Londra il 23 maggio 2019 alle ore 19, sarà possibile vederlo in livestream dal sito euronoize.eu per chi volesse anche vederlo da casa e votare.