La spada nella doccia: parla tab_ularasa

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Quando è perché nasce il tuo progetto?
In realtà già dai tempi in cui vivevo a Siena e suonavo negli Ultra Twist e nei Dements avevo delle canzoncine e filastrocche deliranti in italiano…si parla tipo del 2009. La prima fu “il Tromba ti Tromba” registrata dai Lurches, credo veramente il peggior gruppo della storia.
Poi man mano con gli anni, dopo che mi sono trasferito a Roma, ne sono venute a galla altre come “AEIOU” e “Basta Pasta” registrate nella notte dell’ultimo dell’anno del 2010 con il duo “the Last Day of the Year Before the End. Dal (2013 ho deciso di fare altre canzoni in italiano e ne ho registrate un po’ alla volta alla spicciolata; più che una decisione nata a tavolino è stata una cosa che mi è venuta naturale da quando mi sono trasferito a Milano e non ho avuto più un rapporto continuativo con i gruppi in cui suono che sono rimasti a Roma. Alla fine quest’estate ho registrato di getto due album: “Dolci di Fossa” e “Voglio dormire sotto le Stelle” e sto lavorando al terzo che uscirà a fine anno.

Perché hai scelto di cantare in italiano?
tab_ularasa ha un sacco di sfaccettature, personalità e momenti di vita diversi. A volte dipende dalla luna, da come mi alzo la mattina ma soprattutto la voglia di fare cose sempre diverse. In questo momento ho scelto di scrivere testi in italiano perché l’italiano mi facilita nel dire quello che penso del mondo, di chi mi sta attorno e soprattutto di me stesso. Il mio modo di scrivere non cambia anche se uso la lingua italiana invece dell’inglese, anzi tutto ciò mi esce molto più facile. Dopo averci pensato su un po’ su ho anche deciso di mandare a quel paese l’inglese, gli inglesi, gli americani e la loro tipica sapienza di r’n’r tradizionale; il r’n’r esiste in natura non certo perché l’hanno inventato loro. L’uomo di neanderthal era un rocker e sicuramente non cantava in inglese! Io vivo in Italia, un paese che amo e odio nello stesso tempo per diversi motivi inutili da approfondire in questa sede. Ho poi anche riscoperto che mi piace scrivere filastrocche, canzoni stupide e poesie, una cosa che facevo spesso da bambino, così come ho riscoperto qualche anno fa la mia passione per disegnare e colorare. Insomma tutti questi motivi insieme mi hanno portato a fare questi dischi.

Quali sono le tue influenze?
Tutto m’influenza, tutto quello che ascolto, vedo, quello che ho vissuto e che vivo, le persone, gli animali, gli alberi, i palazzi. Restando in campo musicale e in particolare per quanto riguarda la musica italiana sicuramente il gruppo che ho amato di più sono i CCCP. Ho avuto un rapporto di odio e amore coi CCCP e in questo momento li sto rivalutando molto soprattutto per la loro capacità di mischiare la musica moderna-punk di quel periodo con le canzoni popolari di montagna e quelle da chiesa. Amo e ho amato i CCCP per il loro modo molto campagnolo e montanaro di fare musica. Sono nato è cresciuto in un paese, in toscana, dove ancora erano aperte delle ferite che man mano che è morto chi l’ha vissute sembra non siano esistite. Io, allora non c’ero ma queste cose sono dentro di me, la terra e gli anziani me l’hanno raccontate o fatte immaginare. Mi sento sicuramente un partigiano. Poi sicuramente c’è “Puppe a pera” di Francesco Nuti così come “L’inno del corpo sciolto” di Benigni, Amici miei insomma io vengo da quei posti là… posti dove la tradizione per le filastrocche e il vernacolo la si tocca con mano, basta crescere e frequentare come ho fatto da piccolo Case del Popolo, Circoli Arci e nello stesso tempo la parrocchia. Negli ultimi anni mi sono drogato di blues primordiale dei primi del secolo scorso, in particolare stravedo per Blind Willie Johnson, Fred McDowell, Mississippi John Hurt. Poi ho assunto in quantità massicce i Cheater Slick e Dead Moon, lo-fi, blues punk, Mummies, Oblivians, Gories, Cramps. Nelle mie composizioni c’è tutta questa roba che si mischia random come nel pentolone della befana.

tab_guitarCosa fai nella vita?
Cerco di stare con persone con cui possa condividere delle passioni, divertirmi facendo cose semplici, tipo bere mangiare e andare in giro oltre che stare a galla e nuotare senza – fare il morto -.

Che tipo di droghe usi?
Sono un buongustaio, mi piacciono tutte le cose buone-naturali ma soprattutto il buon vino. Al momento la mia droga vera è la musica peggiore del secolo scorso. Quando non sto bene mi basta mettere il disco giusto e subito inizio a viaggiare.

Come vedi la situazione nel nostro paese?
In Italia ci sono alcune isole felici, posti speciali e persone speciali. Penso alla vostra città Teramo, alla gente dello Spectre in Valdarno, alla gente di Radio Black out a Torino e altre persone illuminate come il grande Giuseppe Murroni sempre a Torino che da anni si fanno un mazzo enorme per organizzare concerti e supportare gruppi che altrimenti rimarrebbero confinati alla loro sala prove. C’è una minoranza che non si può neanche quantificare come minoranza perché è molto minore, che dal basso si eleva fino alle nuvole sul resto che fa veramente pena. La scena Indie/pop italiana è veramente il peggio del peggio: il luogo dove si vende fumo e si raccontano balle, neanche per vendere dischi, ma solo per cercare di essere fighi. In questi casi preferisco quasi una Major, dove è palese che tutto giri intorno ai soldi e al prodotto. I giornali di musica sono come riviste di moda e solo alcuni personaggi illuminati riescono a far passare quello che c’è di originale e non può passare. Per me il fare musica è semplice e naturale: scrivo testi su foglietti di carta, quando ne ho sopra dieci mi chiudo in Cantina e registro. A volte mi diverto a fare sovraincisioni con robaccia elettronica dei tempi andati, poi misso in salotto, masterizzo o registro in cassette trovate ai mercatini. Faccio le copertine e imbusto. Gli amici supportano e vengono a vedermi suonare.

Come sevizieresti un hippy? Lo costringerei all’ascolto prolungato del primo cd dei Duodenum, come scrisse Luca Frazzi quando recensì il primo disco dei Duodenum.

Saluti a ruota libera
Saluto voi la bella gente di Mimetics e di Teramo, Wolfman Bob e il Dottor Morte del Trio Banana, Massimino, Damiano di Merda Zine e La Cantina del Rock e tutti quelli che hanno vissuto e condiviso negli anni l’esperienza Bubca Records. Hasta la vista Baby!

[intervista originariamente pubblicata su Mimetics Fanzine]

 

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