Premetto che il mio francese fa veramente pietà, però conosco abbastanza bene il personaggio autore di questo 7″ per poter fare una recensione che descriva in qualche modo il suo contenuto.
La canzone del lato A è una specie di speed-tango-walzer allucinato che ti porta a ballare come un manichino senza cervello in modo apparentemente allegro sulle rovine di ideali e tematiche sociali che comunque non sono così lontane da quelle italiane odierne.
La canzone del lato B, come approccio sonoro e orchestrazione, non si discosta molto da quella dal lato A, ma qui le parole e il messaggio sono molto più chiare e dirette.
Questa canzone potrebbe essere una “Marsigliese” dei reietti francesi del nuovo millennio. Le atmosfere sono quelle di balere abbandonate fine anni Settanta infestate da fantasmi che continuano a ballare le musiche di jukebox incantati, con zombie che tracannano birre da litro al bancone, mentre si danno incuranti morsi invece che baci.
Si tratta di musica Punk d’autore di alto spessore, rabbia sputata fuori con la musica, un’azione che certo non potrà mai cambiare il mondo – ma che qualcosa di buono e sano nell’aria porterà sempre, come la vita di un albero in mezzo al cemento, lo smog e il bollore estivo delle città.
Ovviamente il 7″ in questione non si trova da noi ma potete averlo come digital download o chiederlo direttamente all’etichetta che l’ha stampato, a questo link: http://pouetschallplatten.bandcamp.com/album/tut-tut-005-enfonce-toi-dans-la-ville-messin-plut-t-que-fran-ais
Black Milk Magazine, giugno 2014