Intervista a “La Casa del Disastro”: Nei tempi in cui viviamo, tutti sembrano sapere tutto: hai un dubbio? Prendi in mano lo smartphone e digita! Ma la cultura non è nozionismo. Sapere tante cose è come avere tanti puntini in testa: bisogna saperli unire in un discorso, in un ragionamento, solo così si sviluppa una consapevolezza.

19510497_1938808419698148_5564518133316875757_nCiao Stiopa e Sarta che fate nella vita ?

Suoniamo in una band/collettivo chiamata Kalashnikov collective, siamo attivi da molti anni nella scena punk/diy della nostra città (Milano) e abbiamo girato il mondo suonando, cosa che speriamo di tornare a fare presto. Il resto della nostra vita è sbattimento per campare, ma è poco interessante!

Quando è nata La Casa del Disastro ? Raccontatemi storia, come è perchè e tutte cose.14329968_1801723933406598_332945741876156504_n

A dire il vero è un po’ che stiamo collaborando con delle radio indipendenti: abbiamo dei succosi progetti in ballo con le amiche e gli amici di RadioCane e qualche anno fa avevamo collaborato con Andre “Radio Fango” della redazione di Milano di Radio Onda d’Urto. Ad un certo punto ci è stato proposto di fare un programma tutto nostro, settimanale, e così è nata la “Casa del disastro”. Fare un programma radio è qualcosa di molto creativo, che può essere svolto “collettivamente”: tutte cose che ci interessano!

16508913_1872511816327809_3169090035382805406_nChe musica propone La Casa del Disastro?


Musica punk, ma non in senso stretto: abbiamo intervistato gruppi gravitanti su Milano e dintorni per ovvie ragioni logistiche, ma abbiamo scritto delle puntate speciali dedicate al racconto di scene punk lontane, come quella del Giappone, della Siberia o della Germania Est, oppure storie marginali come quella del punk scozzese o del primo punk francese. L’idea è di non fermarsi a descrivere questa o quella scena musicale ma di effettuare una fotografia, seppur parziale e fuori fuoco, del punk in diversi tempi e luoghi, mettendo sotto la lente di ingrandimento le diversità e le invarianti di questo modo di concepire l’esistenza che non smette mai di accenderci.

15965991_1856494164596241_8516594336000780634_nCom’è funziona il programma e da quanto trasmettete ?

Il programma è iniziato lo scorso ottobre 2016. La prima stagione si è conclusa a giugno 2017. Ci sono puntate-intervista e puntate monografiche. Le prime sono delle chiacchierate con gruppi, persone, collettivi attivi nella scena punk di Milano e dintorni: si parla di aneddoti, cose pratiche ed esistenziali. Le seconde sono dei documentari sulle scene punk di altri luoghi e altri tempi. Ogni puntata è registrata in posti qualsiasi, montata e finalizzata nel nostro studio segreto.

Come si fa ad ascoltare La Casa del Disastro ?

Ogni puntata va in onda da ottobre a giugno ogni giovedì su Radio Onda d’Urto dalleore 20 alle 21. Dopodiché, raccogliamo i podcast qui, www.mixcloud.com/lacasadeldisastro dove è possibile ascoltare tutte le puntate.

Avete idea di quanta gente vi segue e vi ascolta ?

Non sappiamo quanta gente ascolti Radio Onda d’Urto né il numero di ascolti del 15941196_1856762007902790_4797989483466387524_nnostro programma in diretta, ma sappiamo che è una radio molto conosciuta tra Brescia e provincia, un po’ come Radio Popolare qui a Milano. Siamo in grado però di dirti il numero di ascolti dei podcast, che va dai 50-60 fino agli oltre 300 delle puntate più popolari. In totale, su 33 puntate, avremmo maturato oltre 4500 ascolti. A noi, che abbiamo iniziato in povertà di mezzi ma con tante idee, è sembrato un risultato incredibile, anche perché ai concerti poi molte persone ci confessano di essere degli assidui ascoltatori del programma.

Cosa significa fare una programma radio come il vostro nel 2017 ?

14494833_1803898096522515_8774061501101115785_nCredo che oggi qualunque tentativo di approfondimento abbia un che di sovversivo. Nei tempi in cui viviamo, tutti sembrano sapere tutto: hai un dubbio? Prendi in mano lo smartphone e digita! Ma la cultura non è nozionismo. Sapere tante cose è come avere tanti puntini in testa: bisogna saperli unire in un discorso, in un ragionamento, solo così si sviluppa una consapevolezza. Sapere a memoria mille nomi di gruppi e tutte le sfumature di generi e sottogeneri è inutile se questo non si traduce in un approccio critico all’esistenza. Per questo ogni volta che lavoriamo ad una puntata del programma radio, cerchiamo di “unire” i puntini che abbiamo in testa attraverso un racconto – parziale, di parte e certamente marginale – ma comunque “originale”. Creiamo un contenuto inedito, qualcosa che non c’era prima. Serve a noi per primi, per sentirci ancora vivi: l’arte, nella nostra accezione, serve a chi la fa per diventare una persona migliore, per guardarsi allo specchio e superare i propri limiti e difetti. Non ci interessa tanto la fase “promozionale”, in cui ciascuno spamma le cose che fa per consolidare la propria identità virtuale e sembrare “cool”, quanto quella creativa, in cui si plasma la materia. E la dimensione collettiva della creatività ha sempre qualcosa di sovversivo!

15036693_1826436000935391_7392924296784919005_nCom’è la situazione diy/punk musicale, concerti a Milano? C’è vita ? C’è speranza ?

La Milano punk sta attraversando un momento di buona vitalità: ci sono molti concerti, ci si sbatte, e le situazioni sono sempre belle e interessanti. Non mancano naturalmente le discussioni e le visioni differenti, ma complessivamente possiamo dirti che il presente è vivo. Ultimamente mancano un po’ di gruppi nuovi, forse sta diminuendo l’interesse per la musica in sé mentre rimane molto forte l’aspetto di “socialità” ai concerti. Siamo parte attiva della scena e ne siamo molto contenti. Se c’è speranza? Certo che sì, anzi: vieni più spesso anche tu ai concerti punk, vedrai che la speranza la si costruisce assieme…

17309213_1889120931333564_1113134359501315034_nSono rimasto completamente fulminato dalla canzone iniziale/chiusura del programma che ho scoperto essere di uno dei primi vostri gruppi. Voi suonate da un bel po’, parlatemi dei vostri trascorsi e attuali progetti ?

La sigla de “La Casa del disastro” è la nostra prima registrazione: non in senso professionale, ma in assoluto. Risale ai primi mesi del 1995. Eravamo degli esordienti totali, sarà stata la terza o quarta volta che entravamo in una sala prove. Avremmo avuto sì e no 17 anni circa. Avevamo questo stereo tipo “ghettoblaster” degli anni Ottanta che aveva incorporato un microfono ambiente, schiacciavi play e record e ti registrava sulla cassetta, così siccome avevamo scritto questo pezzo intitolato “Ti voglio picchiare” (poi diventato “Dai vieni fuori”) l’abbiamo registrato. Come hai potuto sentire, il risultato è involontariamente bello, ahah…merito della furia punk della giovinezza! Riguardo invece ai nostri altri progetti, sono oltre vent’anni che suoniamo e ce ne sono stati molti, anche se forse non tanti quanto si potrebbe pensare perché il Kalashnikov collective è sempre stato il fulcro della nostra creatività. Non credo tuttavia sia così interessante elencarteli tutti, con tanto di descrizione noiosa e autoreferenziale. Basta comunque farsi un giro in rete per scoprire misfatti come i 101% Odio, Gashadokuro, Holes, Psykologist Kriegforing, l’etichetta “Heimat der Katastrophe”, le colonne sonore per spettacoli teatrali e radiodrammi, gli Atra Pestis, il Segreto della Vita e, last but not the least, i Cerimonia Secreta.

16426107_1866545410257783_4096029720454954971_nQualche aneddoto o curiosità legata alla trasmissione da raccontare ?

Gli aneddoti potrebbero essere infiniti, a partire dall’ultima puntata in cui siamo rimasti chiusi fuori dalla redazione con una tempesta in arrivo e così abbiamo deciso di registrare lo stesso la nostra ora di programma seduti sul marciapiede con il vento che entrava nel microfono. Ma la cosa più bella sono stati gli aneddoti delle persone che abbiamo intervistato, ovvero i disastri accaduti nei vari tour. Credo che se qualcuno scrivesse un libro con gli episodi più disastrosi accaduti ai gruppi punk in tour, diventerebbe un best seller, ahah…

E’ dura tenere in piedi La Casa del Disastro?

15230762_1835174413394883_3303712517359121830_nE’ durissima, ma qualcuno lo deve pur fare, eheh…Ci piace quello che facciamo, naturalmente, per cui è sempre relativo parlare di “sbattimento”. In questo caso, poi, visto il notevole riscontro, bisognerebbe parlare di “soddisfazione”! Produrre un’ora di programma ogni settimana, può sembrare facile, ma non lo è, soprattutto se si vuole fare qualcosa di ben fatto e interessante. La fortuna è che, per questo primo anno, abbiamo programmato le cose con un po’ di anticipo, soltanto negli ultimi due mesi ci siamo ridotti a rincorrere di settimana in settimana il tema della puntata.

Progetti futuri Disastro ?17757643_1896478030597854_2453204132739697734_n

La “Casa del Disastro” è anche un collettivo che organizza concerti, come l’ultimo
fatto in Villa Vegan. Potrebbe poi diventare anche un’etichetta diy, un marchio di moda disastrosa, un centro di propulsione creativa…chi lo sa! Quel che è certo è che ci aspetta la prossima stagione del programma radio, che a furor di popolo mi sa che saremo “costretti” a fare. Per cui bisogna mettersi sotto con la programmazione! Anzi, approfittiamo di questo spazio per lanciare un appello: se qualcuna o qualcuno volesse partecipare alla prossima 17155617_1883139645265026_5664296072023202368_n
stagione de “La Casa del Disastro” come redattrice o redattore, come gruppo, come
qualsiasi cosa, beh…si faccia avanti!

Come diceva Marzullo fatevi una dimanda e datevi una risposta.

Qual’è il senso della vita? Quello che gli dai tu: autodeterminati!

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